Itinerari e Territorio

S.Marino


La Repubblica di San Marino, fondata, secondo la tradizione, nel 301 d.C. ha ormai 1700 anni di vita. La Repubblica è piccola, il suo territorio è in parte collinoso, e generalmente povero, la gente che l' ha abitata è sempre stata poca e non ricca. E' organizzata con proprie norme e proprie singolari istituzioni che regolano e sovrintendono allo svolgimento di una vita democratica nei suoi aspetti di vita cittadina e di partecipazione internazionale. In questa epoca di grandi mutamenti e di molte incertezze cosa c'è di più singolare di un piccolo paese che riesce a rimanere ancora vivo, ancora sano ed ancora libero contro la prepotenza dei forti e le violazioni dei diritti? 


San Leo


Un masso aguzzo cinto da rupi strapiombanti in un digradare di paesaggi dagli Appennini al mare; un accavallarsi di vetuste case fra una superba rocca e un'occhiuta torre campanaria; un intrecciarsi di storia e leggenda, di sacro e profano, fra orride carceri e composte pievi: tutto questo è S. Leo. Altura sacra agli dei quando vi giunse il Santo Leo nel 3° secolo, fu da questi ritenuta luogo ideale per la diffusione del cristianesimo che da qui, infatti, si irradiò per tutta la regione circostante, configuratasi più tardi come diocesi di Montefeltro (l'antico nome della città). Nel turbinio di guerre fra Goti e Bizantini, Longobardi e Franchi, San Leo vide crescere la sua fama di fortezza inespugnabile. Elevata al rango di capitale del Regno Italico nel 963 da Berengario II qui rifugiato, la minuscola ma fortissima città subì per parecchi mesi l'assedio di Ottone I, l'imperatore di Germania. 


Santarcangelo


Un borgo magico è quello di Santarcangelo, con la sua aria nobile e misteriosa, per la sua storia secolare, i suoi luoghi millenari come la Pieve, per l'intrico dei passaggi che riposano nel suo sottosuolo, per il suo essere capitale della poesia dialettale, per le sue tradizioni ancora vive, i suoi eventi e le sue antiche fiere, come quelle di San Michele (settembre) e di San Martino (novembre). Da visitare sono le eleganti chiese, la bella piazza Ganganelli, i minuscoli vicoli del borgo antico, la Rocca Malatestiana, le grotte, il Museo del gioco del Pallone a Bracciale e del Tamburello e il Museo Etnografico Usi e Costumi della Gente di Romagna, una delle più importanti raccolte di testimonianze demo-etno-antropologiche della Romagna. 


Verucchio


Verucchio ha un'anima antica , anzi antichissima, nobilitata dalla presenza di una civiltà per certi versi ancora misteriosa ma certamente, a giudicare dalle testimonianze che ha lasciato, tra le più straordinarie d'Italia. Una popolazione pre-etrusca tra la metà del XI sec. e il VI sec. a. C. si è qui stabilita in fiorenti comunità che vedevano in primo piano le figure dei "principi pastori". Una popolazione imparentata con quella del grande centro di Villanova (località vicino a Bologna) ma che per la ricchezza e la particolarità dei reperti, ha portatogli archeologi a parlare di una vera e propria Civiltà.


Gradara


Borgo di inconfondibile aspetto medievale, in felice posizione panoramica su un colle sovrastante la via Flaminia, Gradara è cinta da una cortina trapezoidale di mura trecentesche coronate di merli guelfi e munite di bastioni rettangolari. Una cortina intermedia di mura, fornita di torri e di porta autonoma, garantiva una ulteriore protezione alla rocca. L'intero perimetro delle mura è percorso da un camminamento di ronda continuo. Nell'angolo occidentale la cinta muraria è rinforzata da un poderoso bastione poligonale, la rocchetta. 


Montegridolfo


Montegridolfo si raggiunge provenendo da Cattolica (uscita autostrada A 14) o da Pesaro seguendo poi le indicazioni. Tram linea extra urbana provinciale 175 e 180. Al confine tra Romagna e Marche, sulla linea che divide la valle Conca dalla valle del Foglia c'è uno dei borghi medievali meglio conservati grazie ad un accurato e sapiente lavoro di restauro del riminese: Montegridolfo. Incerta è, ancora oggi, l'origine di questo borgo; certo è il precedente toponimo Monte Lauro derivato forse dall'alloro che cresceva nei boschi in maniera cospicua. L'attuale denominazione Montegridolfo, risale invece al XIII sec.il Castrum Gredulphus, deve il suo appellativo alla famiglia riminese, di parte guelfa, dei Gridolfi, che qui si stabilì all'epoca della contesa con il partito avverso dei ghibellini. Nel 1233 Montegridolfo giura fedeltà nella lotta contro Urbino.